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Allerta privacy. Come scegliere il cellulare perfetto per chi lavora

I CONSIGLI DI MISTERGADGET – Le aziende tendono sempre meno a comprare il cellulare ai propri dipendenti e li forniscono solo della scheda con il numero di telefono professionale. L’acquisto da parte del lavoratore richiede quindi molta attenzione sul livello di privacy fornito dallo strumento di comunicazione. Ecco le soluzioni di Samsung e l’inossidabile iOS 16 che mette al sicuro gli iPhone
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Nell’epoca in cui dipendenti e collaboratori delle aziende prediligono l’uso del proprio cellulare anche con i numeri aziendali, i temi della sicurezza e della protezione della privacy diventano argomenti fondamentali e possono essere elementi discriminanti nella scelta del giusto smartphone. Il mercato dei cellulari ha raggiunto un livello qualitativo eccellente: la media dei prodotti oggi presenti sul mercato garantisce performance elevate, grazie a dotazioni tecnologiche di primo livello. Eppure, scegliendo un telefono nel 2023, la scheda tecnica dovrebbe influire solo parzialmente nella propria decisione finale, perché diventa sempre più importante il software che lo gestisce e il livello di
protezione offerto rispetto ai rischi di intrusione esterna
.

Gli smartphone contemporanei hanno ragione di esistere in funzione di ciò che possono fare quando sono collegati a Internet. A partire dai servizi di home banking, passando per i pagamenti elettronici, fino ai servizi di smart home o quelli di smart mobility, i telefoni sono da tempo i principali hub di comunicazione della nostra vita. Il loro punto di forza, però, rappresenta anche il loro rischio potenzialmente più grande, perché proprio dalla rete possono arrivare svariati tentativi di intrusione, nelle forme più disparate.
Fondatore/caporedattore di MisterGadget.Tech, Luca Viscardi nasce professionalmente come conduttore di diverse trasmissioni radiofoniche di grande successo. È stato poi direttore dei programmi e direttore responsabile di alcune delle principali radio italiane: RTL 102.5, Play Radio (emittente del gruppo RCS) e Radio Number One. 
Innamorato di tecnologia, digitale e innovazione, da sempre ha alternato l’attività lavorativa in radio con questa passione che l’ha portato alla creazione di MisterGadget.tech, un marchio di Next Digital Publishing Srl. MisterGadget.Tech nasce da una passione per la tecnologia e per l’elettronica di consumo, che si è evoluta in una piattaforma digitale dedicata all’innovazione e alle tecnologie. Anticipa le novità, le prova e svela i segreti dei devices, delle app e dei software in commercio. Da oggi MisterGadget.Tech collabora anche con Pianura Network.
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Luca Viscardi

Le aziende forniscono sempre meno cellulari

Sono sempre più numerose le aziende che anche in Italia forniscono un numero di telefono a uso professionale ai propri collaboratori, rinunciando però alla fornitura di un cellulare: si chiama BYOD, Bring You Own Device, una scelta strategica dettata da convenienza  economica, ma anche da un principio di semplificazione. Diminuisce quindi in modo drastico il numero di imprese che gestiscono direttamente una flotta di telefoni cellulari: questa abitudine rimane consolidata soprattutto nelle strutture che hanno il problema della
gestione di dati sensibili e che devono rispondere ai requisiti dettati dal GDPR, regolamentazione europea per il trattamento degli stessi dati e la loro protezione.

Samsung protegge il professionista con Knox

Per chi preferisce fornire un cellulare ai dipendenti, con un controllo diretto sui singoli dispositivi, Samsung ha fatto letteralmente il vuoto, rispetto alla concorrenza nel mondo Android, con la propria soluzione chiamata Knox: grazie a questa piattaforma di sicurezza, ogni professionista può usare il proprio cellulare sia per le attività private che quelle lavorative, senza il rischio di commistioni o di travasi di dati pericolosi. Attraverso una piattaforma Web, i responsabili IT delle diverse organizzazioni possono gestire autorizzazioni e creazioni dei profili, per governare gli accessi al singolo smartphone
Il telefono viene letteralmente diviso in due, con una netta separazione tra i contenuti privati e quelli aziendali: per questi ultimi è possibile limitare la condivisione, fornendo un ulteriore livello di sicurezza, che metta al riparo da brutte sorprese. È una scelta molto efficace, ma che per alcune realtà medio-piccole può essere un impegno troppo oneroso sia sul fronte delle risorse umane, che su quello degli acquisti.
Samsung ha fatto letteralmente il vuoto, rispetto alla concorrenza nel mondo Android, con la propria soluzione chiamata “Knox”

Come scegliere il proprio cellulare

Molti manager hanno quindi deciso di lasciare i propri collaboratori liberi di scegliere il proprio cellulare preferito, utilizzando semplicemente una scheda telefonica aziendale, a cui viene agganciato un account professionale di Microsoft, piuttosto che di Google, con
cui vengono svolte le attività di comunicazione inerenti gli impegni professionali.
In un contesto di questo genere, il tema della sicurezza dei singoli dispositivi diventa particolarmente rilevante, così come aumenta il peso specifico del sistema operativo quando si tratta di scegliere il prodotto più adatto alle proprie esigenze.
Quando si decide di lasciare che i propri collaboratori utilizzino i propri dispositivi, i rischi potenziali sul fronte della sicurezza informatica si moltiplicano in modo esponenziale. Ecco perché ogni strumento di protezione abbinato al singolo apparato può diventare una risorsa importante.
iOS 16 ha strumenti integrati di protezione e controllo che evitano intrusioni e garantiscono riservatezza
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Posta elettronica blindata con iOS 16 di iPhone

Questo è il motivo per cui siamo convinti che iPhone e il suo sistema operativo iOS 16 rappresentino la migliore soluzione sul mercato, grazie a strumenti integrati di protezione e controllo, che evitano intrusioni di qualunque tipo nel cellulare e aiutano a mantenere la massima riservatezza, rispetto a ciò che si fa con il proprio dispositivo.
iPhone, infatti, permette ad esempio di proteggere la posta elettronica, riducendo i rischi connessi a fenomeni come il phishing e rendendo impossibile il tracciamento dei comportamenti quando si legge la posta.
Il sistema di protezione dell’e-mail di Apple impedisce di sapere quando viene letta una newsletter e filtra ogni tipo di comunicazione verso server esterni, tipica dei messaggi HTML promozionali.
Non solo, perché in caso di iscrizione a servizi esterni, permette di proteggere la propria e-mail, generando indirizzi “usa e getta” che possano essere sfruttati per una specifica piattaforma: se ci si iscrive, ad esempio ad un servizio di delivery, si può sfruttare un indirizzo
temporaneo senza condividere la propria mail lavorativa o quella strettamente personale.

No al tracciamento incrociato

iPhone impedisce il tracciamento incrociato da parte dei siti Internet, attività di cui è praticamente impossibile rendersi conto quando si accede ai diversi portali web. Quando si naviga, infatti, vengono memorizzati sul telefono gli ormai famosi cookies: spesso questi elementi di codice, oltre a registrare le nostre attività in rete, scambiano le informazioni tra di loro, senza che l’utente se ne capaciti.
Grazie a questo continuo incrocio di dati, soggetti esterni possono raccogliere informazioni che ci riguardano, ad esempio quando cerchiamo risposte su particolari farmaci, grazie ai quali è possibile dedurre quale sia il nostro stato di salute. Non solo, perché Apple
mostra chiaramente quali Tracker sono in funzione nei diversi siti Internet, per avere sempre la percezione di cosa viene carpito mentre navighiamo.

La privacy sui nostri comportamenti

Oltre a questo, quando si usa iPhone è possibile impedire alle applicazioni di tracciare i nostri comportamenti: ogni volta che si installa un’applicazione, viene chiesto se vogliamo permettere il tracciamento delle nostre attività.
Per quale ragione Facebook dovrebbe sapere su quali siti navighiamo anche quando siamo all’esterno dell’applicazione? Questo genere di intrusione, che fino a poco tempo fa era completamente fuori controllo, oggi è diventato praticamente impossibile grazie al blocco del tracciamento delle app.
Tutti i possessori di iPhone possono anche attivare il resoconto sulla privacy delle app: è uno strumento che si trova nelle impostazioni di iPhone, all’interno dell’area dedicata alla privacy e alla sicurezza. Qualche giorno dopo aver attivato il proprio resoconto della privacy è utile dare un occhio a ciò che le diverse applicazioni fanno, senza che un utente ne abbia percezione. In alcuni casi, la lista delle attività risulta quasi sconvolgente.
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Non farsi localizzare sempre e in automatico

Altro tema fondamentale è quello della localizzazione: molte applicazioni chiedono di conoscere la posizione di un utente anche quando non è strettamente necessario. Perché un’applicazione che fornisce una tastiera per iPhone dovrebbe richiedere l’accesso alla localizzazione del telefono? Anche in questo caso, il controllo di iPhone è estremamente granulare: un utente può scegliere di escludere l’accesso alla localizzazione, oppure permetterlo per una sola volta o solo ed esclusivamente quando si sta utilizzando l’app. Un’applicazione per pagare le righe blu nelle città richiede la localizzazione per espletare il proprio servizio, ma perché dovrebbe sapere dove si trova un utente quando non sta parcheggiando? Questo non è l’unico dettaglio importante quando si parla di localizzazione: Apple non abbina mai la posizione di un cellulare con il nome del suo possessore. I server sanno che un iPhone è posizionato in un determinato punto del mondo, ma non abbinano mai a quel cellulare il nome del suo utente. Mentre Google collega sempre il nostro nome al punto in cui ci troviamo, Apple non ha informazioni sull’identità dei dispositivi.

Pagamenti a prova di frode

Gli iPhone di nuova generazione e il sistema operativo iOS 16 forniscono strumenti di protezione anche per le transazioni economiche, perché usando Apple Pay viene ogni volta generato un numero di carta di credito univoco, che viene immediatamente eliminato. Questa operazione rende praticamente impossibile la clonazione della propria carta di credito e protegge da qualunque rischio di frode. Se questo non basta, può essere interessante sapere che Apple non registra alcun dato sulle transazioni che vengono effettuate: ancora una volta, pur sapendo che una certa cifra viene spesa da un suo utente, non viene mai creata una combinazione diretta con l’identità dello stesso. Nella pratica, acquistando un ombrello con Apple Pay, non saremo poi subissati di messaggi pubblicitari con prodotti coerenti a quello acquistato.

Il “pulsante antipanico” per la sicurezza

C’è infine un’altra opzione molto interessante, che è una specie di pulsante antipanico, che ogni utente può utilizzare all’occorrenza per revocare qualunque tipo di autorizzazione concessa alle applicazioni che sono state installate su iPhone. All’interno delle impostazioni, nella sezione privacy e sicurezza, esiste una voce “controllo sicurezza”, che permette di eliminare qualunque tipo di concessione rilasciata e quindi si dovrà ricominciare di volta in volta a dare le autorizzazioni per l’accesso alla posizione, piuttosto che alla memorizzazione di dati sul telefono.

Attenzione al software

Se da un lato le schede tecniche dei cellulari sembrano tutte uguali e moltissimi dispositivi hanno ormai raggiunto un livello qualitativo elevato, non si può dire lo stesso del loro software e del sistema operativo che sta alla base. Per chi svolge attività professionali, la sicurezza dei propri dispositivi dovrebbe essere uno dei criteri di scelta più importanti: prima di acquistare il prossimo smartphone è assolutamente opportuno approfondire questa tematica. Sarà facile scoprire come Samsung e Apple su questo fronte rappresentano davvero un mondo a parte, nel prezzo del telefono è compresa anche la tranquillità di chi lo usa.
LUCA VISCARDI
MISTERGADGET.TECH

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• Andrea Cherchi

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