Green Deals e Sandbox: il modello olandese per lo sviluppo sostenibile

L’esempio della «Sandbox», uno spazio all’interno del quale è possibile testare progetti innovativi e sostenibili. I Paesi Bassi da tempo hanno optato per la crescita verde, per quanto riguarda l’ambiente e lo sviluppo sostenibile. Con il Green Deal, dal 2011, anticipando il Green Deal europeo, il governo ha promosso le iniziative innovative della società. In questo modo ha accelerato la transizione verso un’economia sostenibile. Se vengono intraprese iniziative sostenibili, le aziende, i governi e i cittadini possono incontrare ostacoli. Secondo la filosofia dei Paesi Bassi, il Green Deal ha lo scopo di eliminarli

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Sperimentare nuove tecnologie che favoriscano lo sviluppo sostenibile non è mai semplice, né dal punto di vista economico né da quello normativo. Servirebbero ambienti protetti nei quali superare i vincoli legislativi all’interno dei quali si possa giocare a fare ricerca liberamente. Come nei recinti di sabbia dei bambini all’interno dei quali i piccoli mettono in gioco la loro creatività e provano a costruire un mondo nuovo con i loro occhi, giovani, innovativi, però dentro uno spazio protetto che li rende liberi. Così funzionano anche i «Sandbox» tecnologici.
Di cosa si tratta? Il termine «Sandbox» non appartiene alla terminologia propria del diritto, ma è stato ripreso dal lessico del mondo tecnologico, in cui indica uno spazio di prova in cui è possibile sperimentare progetti, che possono anche non condurre allo sviluppo di un prototipo. 
Nella dimensione giuridica la sandbox può identificarsi in uno spazio che può essere virtuale, oppure fisico, all’interno del quale è possibile testare, per un periodo di tempo limitato, progetti innovativi, da un punto di vista tecnologico, con la possibilità di derogare dalla normativa di settore, in modo da consentire ai promotori di svolgere i test nella maniera più completa ed efficiente possibile. La sandbox normativa è caratterizzata da un’ulteriore peculiarità: i risultati dei vari test e delle varie sperimentazioni possono essere utilizzati come base, per una successiva ed eventuale modifica normativa. Il procedimento è abbastanza semplice: un soggetto propone un progetto innovativo all’ente pubblico che sovrintende la sperimentazione, al fine di valutare se il progetto possa essere ammesso, sulla base della sussistenza di requisiti predeterminati, o se invece la domanda debba essere respinta. La Sandbox si pone, oltre che come mezzo per facilitare lo sviluppo di nuove tecnologie, come strumento che può facilitare la necessaria collaborazione tra l’amministrazione e il privato. Questa collaborazione può diventare molto utile se, da parte dell’amministrazione, vi è sensibilità e intelligente apertura verso il nuovo.
L’intera architettura dell’istituto del sandbox si basa su due azioni fondamentali:
  • la prima azione si basa sul fatto che gli enti pubblici permettano a un privato di testare la propria idea innovativa, sospendendo, temporaneamente, la normativa di riferimento, per consentire il miglior svolgimento possibile della sperimentazione;
  • la seconda azione avviene quando gli enti pubblici si fanno carico dell’eventuale proposta, di una modifica normativa, in modo da contribuire allo sviluppo del settore, e fare sì che questo possa crescere, grazie alle nuove norme, e apportare benefici per tutta la società.

I Paesi Bassi godono di un elevato livello di benessere, con un PIL pro-capite pari al 130% della media dell’UE

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Valorizzare le innovazioni

Esiste un ritardo quasi fisiologico tra lo sviluppo tecnologico e il diritto, che si accentua e diventa ancor più evidente, quando il diritto si concretizza nella regolamentazione amministrativa. Un altro problema, che la Sandbox permette di affrontare e spesso di risolvere, è quello di utilizzare al meglio le innovazioni tecnologiche, in settori che storicamente sono caratterizzati da una regolamentazione amministrativa molto pesante e incisiva: il settore sanitario; finanziario; energetico; delle telecomunicazioni; dei rifiuti etc. La regolamentazione amministrativa viene generalmente percepita come un ostacolo rispetto all’innovazione, una barriera che può comportare un forte aumento dei costi; inoltre la regolamentazione si può rivelare molto spesso inadeguata, rispetto a una innovazione tecnologica che avanza rapidamente; ma non si deve dimenticare che la regolamentazione può essere un fattore che incentiva lo sviluppo tecnologico. Basti pensare alla normativa per la tutela dei consumatori, a quella per la tutela e il trattamento dei dati personali, alla tutela dell’ambiente e delle emissioni climalteranti e ad altri tipi di regolamentazione di tutela personale. In conclusione, la Sandbox è interessante anche dal punto di vista regolamentare in quanto è sicuramente lo strumento che, almeno al momento, meglio permette al diritto di adattarsi all’innovazione e allo sviluppo tecnologico. Durante la realizzazione del progetto posto alla base della sandbox le Autorità amministrative indipendenti ricoprono un ruolo di primo piano; infatti decidono se il progetto presentato può essere ammesso alla fase di sperimentazione e sono incaricate del monitoraggio, durante lo svolgimento dei test. Da ultimo, l’autorità che ha seguito il progetto redige la relazione, sulla base della quale il potere legislativo (nazionale e comunitario) può procedere al riassetto normativo del settore.

L'esperienza dei Paesi Bassi

I Paesi Bassi godono di un elevato livello di benessere, con un PIL pro-capite pari al 130% della media dell’Unione europea. L’Italia raggiunge solo il 95% di questa media. Inoltre, sono decimi al mondo per Indice di sviluppo umano, con un valore di 0,931 su un massimo di 1 nel 2018. L’Italia è ventinovesima con 0,892, nell’indice di sviluppo umano. Con una popolazione che rappresenta poco meno di un quarto della popolazione italiana, i Paesi Bassi hanno sviluppato, nel 2022, un PIL di oltre mille miliardi, che supera la metà del PIL italiano (1.850 miliardi). Molto interessante è anche il modo in cui i Paesi Bassi hanno implementato la Sandbox, utilizzando un nuovo modello: «I Dutch Green Deals» stabiliti, nel 2011, dal Ministero dell’Economia e della Politica Climatica, dal Ministero degli Interni, dal Ministero delle Infrastrutture, e dal Ministero della gestione idrica. Questi «Green Deals» si realizzano attraverso dei contratti, sottoscritti tra persone fisiche o giuridiche, che possono essere private o pubbliche, e il governo centrale; questi accordi non sono focalizzati su uno specifico settore, ma si concentrano principalmente su: energia, bioeconomy, materiali grezzi, costruzioni, biodiversità, mobilità, cibo, acqua, clima. L’obiettivo è sempre quello di permettere a chi vuole proporre un progetto innovativo di poter accedere a una zona di sperimentazione, in cui sia permesso ovviare agli eventuali ostacoli, posti dalla normativa, ottenendo una deroga a questa. É interessante notare come, in questo caso, la Sandbox venga costruita utilizzando un Istituto del diritto privato, che viene posto in essere dopo una fase di contrattazione tra le parti coinvolte, in cui si determinano, oltre all’accesso all’area di sperimentazione, anche aspetti importanti, come la durata dei test, le misure di sicurezza, il rispetto dei consumatori, ecc.
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La crescita verde

Paesi Bassi da tempo hanno optato per la crescita verde, per quanto riguarda l’ambiente e lo sviluppo sostenibile. Con il Green Deal, dal 2011, anticipando il Green Deal europeo, il governo ha promosso le iniziative innovative della società. In questo modo ha accelerato la transizione verso un’economia sostenibile. Se vengono intraprese iniziative sostenibili, le aziende, i governi e i cittadini possono incontrare ostacoli. Secondo la filosofia dei Paesi Bassi, Il Green Deal ha lo scopo di eliminarli. Il ruolo del governo, proteso all’attuazione del Green Deal, è quello di: rimuovere gli ostacoli presenti nella legislazione e nei regolamenti, rendere le reti accessibili, sostenere l’accesso al mercato dei capitali e favorire l’apporto di conoscenze. Le azioni realizzate contribuiscono a migliorare i processi produttivi di tutti gli operatori e aprono la strada a future iniziative sostenibili. Durano in media dai 2 ai 3 anni. I focus sono: energia, cibo, acqua, materie prime, biodiversità, mobilità, economia a base biologica, clima, costruzioni e rifiuti. L’Agenzia olandese per le imprese (RVO.nl) supporta, nell’attuazione del Green Deal, i Ministeri: degli Affari economici e del clima; delle infrastrutture e della gestione delle risorse idriche; delle relazioni interne; dell’agricoltura; della natura; della qualità alimentare. L’obiettivo è sempre quello di permettere, a chi vuole proporre un progetto innovativo, di poter accedere a una zona di sperimentazione, in cui sia permesso ovviare a eventuali ostacoli, posti dalla normativa, ottenendo una deroga a questa. É interessante notare come, in questo caso, la Sandbox venga costruita utilizzando un Istituto del diritto privato, che viene posto in essere dopo una fase di contrattazione tra le parti coinvolte, in cui si determinano, oltre all’accesso all’area di sperimentazione, anche aspetti importanti, come la durata dei test e le misure di sicurezza.

Un volano per lo sviluppo

La Sandbox ha tutte le possibilità per divenire un volano per lo sviluppo dell’innovazione tecnologica, allo stesso modo, dal punto di vista economico-sociale, può contribuire al lancio sul mercato di nuovi prodotti e processi. I successi nel campo industriale e finanziario rappresentano utili opportunità, per la società e per i consumatori, semplificando le azioni degli operatori di mercato, i quali possono investire in un progetto, senza il rischio che questo sia rallentato da una pesante regolamentazione, e da un complesso procedimento amministrativo che, nel lungo periodo, può risultare antieconomico. Grazie all’opportunità che ci viene data dall’appartenenza comune al Mercato Unico, dovremmo, tutti noi, confrontarci con gli altri Paesi dell’Unione e seguire le esperienze che hanno consentito a questi Paesi di offrire ai loro cittadini di conseguire migliori indici nell’economia, nella finanza, nella qualità della vita e nell’istruzione. Per questo motivo, vale la pena approfondire i successi conseguiti dai Paesi Bassi nel campo dell’innovazione, sia finanziaria, sia tecnologica. Per poter coniugare le esigenze innovative, con le nuove opportunità normative, è necessario che la classe politica e amministrativa di un Paese sia preparata e consapevole del nuovo e impegnativo ruolo regolatorio, che lo sviluppo tecnologico richiede, oggi più di ieri, a chi ha la responsabilità, nel campo sociale e economico, di gestire il complesso, utilizzando nuovi processi, per il benessere e lo sviluppo di tutta la società.
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ANTONELLO PEZZINI, COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO

Direttore Responsabile
Bruno Bonassi
Responsabile del progetto
Alberto Capitanio
Direttore Commerciale
Andrea Amighetti
Direttore Creativo
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Grafica
Andrea Vitali, Devis Renesto
Testi
Laura Arrighetti, Fabio Conti, Giorgio Lazzari, Ivan Scelsa, Chiara Scotti, Donatella Tiraboschi

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Autorizzazione del Tribunale di Bergamo nr. 10/2022

Fotografie, Videointerviste, Postproduzione
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• Andrea Cherchi

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