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Nella supply-chain dove i rifiuti hanno una seconda vita

I 17mila metri quadrati della Estri di Spirano rappresentano un mondo incredibile nella gestione dei rifiuti: tonnellate di materiale scartato viene raccolto e selezionato per salvare gli “elementi nobili”. In pratica l’azienda è una stazione intermedia prima della destinazione finale della spazzatura industriale: qui nulla si distrugge, tutto si trasforma
Oltre 500 industrie e aziende del territorio, sono servite da Estri per il ritiro e il corretto smaltimento dei rifiuti
Estri 03
Il grande container pullula di migliaia di piccoli display, quelli che si vedono sugli scaffali dei supermercati e che, in forma digitale, indicano il prezzo del prodotto che si sta per acquistare. La cifra lampeggia ancora, il che significa che il dispositivo è ancora perfettamente funzionante, ma la sua vita tecnica è alla fine: “Poco tempo e verranno distrutti nei loro componenti, tra cui
il litio”. Basta questo materiale, come spiega, Dari Saronni, 55 anni, per spiegare di quante e quali sfaccettature si componga un rifiuto. Qui alla Estri (acronimo di Ecologica Spiranese Trasporti Rifiuti Industriali), è possibile sapere tutto quello che avreste voluto chiedere (sui rifiuti) e non avete mai osato farlo.
Il litio va trattato in un certo modo, così come le schede dei pc che verranno selezionate, per non parlare delle carcasse dei computer, il cosiddetto hardware, con decine di “scatole” vuote esposte al sole di novembre. È un mondo incredibile quello che si apre nei 17 mila metri quadrati del plant di Spirano (BG) avviato nel 1972 grazie a una felice intuizione di Elio e Pietro Saronni, rispettivamente zio e papà di Dari, che guida l’azienda insieme alla sorella Ariane (è lei un pilastro fondamentale). “A quei tempi la gestione dei rifiuti, di qualsiasi genere, era lontana anni luce dalle sensibilità odierne – prosegue Saronni nel ricordare la passione tutta di famiglia che anima l’azienda –: l’idea iniziale era stata quella di dedicarci al trasporto conto terzi con il meccanismo del container scarrabile. Una vera rivoluzione che poi venne perfezionata con un ulteriore scarrabile a gancio che papà e zio videro in America e portarono a Spirano. Qui siamo nati e qui continuiamo a operare”. Dal trasporto in conto terzi alla gestione dei rifiuti, il passo è stato brevissimo: “Spesso quando effettuavamo il trasporto di qualche merce ci veniva chiesto di provvedere al ritiro. Una cosa che, più o meno suonava così: ‘Te mel portet vià?’. La risposta era ‘Ghe pense me’ (‘Me lo porti via?’ ‘Ci penso io’ – ndr). 
Da lì è cominciato tutto in un panorama del comparto nel quale non c’erano leggi e regolamenti a cui attenersi. Era una giungla” – rievoca Dari, mentre nei piazzali dell’azienda si assiste a un andirivieni continuo di camion, sia quelli di Estri che appunto provvedono al ritiro dei rifiuti delle 500 industrie del territorio che fanno parte del portafoglio aziendale, sia da parte di contoterzisti.
Nomi produttivi di primissimo piano operanti “in una Lombardia che è il nostro target territoriale di riferimento, senza dimenticare che il rapporto tra rifiuti domestici e industriali è di uno a sette e qualsiasi attività umana genera rifiuti”, precisa Saronni, giusto per dare l’idea delle dimensioni. Non stiamo parlando dei bidoncini di casa, che pur messi insieme, fanno massa critica, bensì di volumi e di produzioni più imponenti.
Puntiamo a essere operativamente molto smart” evidenzia ancora nel descrivere un organico composto da 33 maestranze che verrà ampliato nei prossimi mesi con altre figure professionali. “Cinque persone in più con diverse mansioni, autisti, logistica e ufficio amministrativo ci farebbero comodo” chiarisce Saronni, anticipando anche un restyling dell’infrastruttura con la prossima realizzazione di una moderna palazzina uffici sempre nell’attuale perimetro operativo dove colpiscono proprio le quantità e le tipologie dei rifiuti “che sono in transito, perché poi il loro destino è quello di venire nuovamente e velocemente conferiti altrove, ad esempio, negli inceneritori. Noi, nel mondo dei rifiuti, siamo diventati una supply-chain, una stazione intermedia prima della destinazione finale”.

L'azienda

Fondata nel 1972 a Spirano (BG), da Elio e Pietro Saronni, Estri – Ecologica Spiranese Trasporti Rifiuti Industriali – è da 50 anni al servizio delle imprese nella gestione di ogni tipo di rifiuto derivante dalla lavorazione industriale. L’azienda guidata dai fratelli Saronni, Dari e Ariane, conta 33 dipendenti e oltre 1.000 container.
Il portfolio annovera circa 500 clienti, tutte realtà lombarde, che conferiscono al plant la gestione di 60 mila tonnellate di rifiuti all’anno.
Sui 17 mila metri quadrati del sito di Spirano che ospita l’officina di manutenzione, l’impianto di stoccaggio e trattamento di rifiuti pericolosi e non pericolosi, transitano ogni una ventina di mezzi. È di prossima realizzazione la nuova palazzina uffici.
“Togliamo gli elementi nobili dai rifiuti elettrici ed elettronici, per recuperare i materiali rari”
A parte rifiuti esplosivi e radioattivi, non c’è rifiuto che Estri non tratti. E le curiosità non mancano. Un esempio? La ripulitura di archivi. Magari commercialisti, notai o avvocati che in eredità a chi rimane hanno lasciato tonnellate di faldoni. “O anche materiale che arriva dalle banche. Beh, in proporzioni molto più grandi, facciamo quello che si fa in un normale ufficio, quando i documenti finiscono nel distruggi-documenti che riduce la carta in tante striscioline. Ecco, noi lo facciamo in modo molto più grande,
fermo restando che oggi con i sistemi informatici in cloud, il cartaceo è sempre meno”.
Minuziosa attenzione viene dedicata ai Raee, i Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche: “Provvediamo a smembrarli, togliendo gli elementi nobili che vengono inviati a un’azienda che li salva tutti, mentre i vari componenti di plastica vengono distrutti. Capitolo a parte per la plastica che, nella maggior parte dei casi, va all’incenerimento e diventa fonte di calore. Al mondo ci sono più di duemila compound di plastica e non tutti si possono riciclare”.
Quanto al legno, Estri è piattaforma autorizzata Rilegno per la raccolta dei rifiuti di imballaggio di legno e di altri rifiuti legnosi da avviare a recupero. Vecchi serramenti e arredi di ogni tipo finiranno così nei mobili multistrato che milioni di persone acquistano nei grandi store di arredo. E proprio qui si apre il capitolo più curioso. Già, perché non poche volte Saronni ha visto passare sotto i suoi occhi e i suoi macchinari, destinati a una fine ingloriosa, mobili antichi. Gettati come un rifiuto, magari da eredi inconsapevoli di aver ereditato dal nonno un tavolo o una scrivania di valore riesumata da una oscura cantina o un polveroso solaio. “In quei casi ti piange il cuore. Un po’ come quando vediamo gettati dai supermercati prodotti in imminenza di scadenza o con confezioni ammaccate”.
Altra storia, più divertente, quella che vede protagonisti gli sbadati, che gettano cose di cui poi vanno alla disperata ricerca. “Premesso che qui da noi i rifiuti non stazionano per molto tempo, ma vengono lavorati e smaltiti velocemente, è successo che qualcuno sia venuto a cercare qualcosa buttata inavvertitamente. Il caso più eclatante? Un borsello con un bel po’ di denaro dentro”. Recuperato? “Macché, se non lo si intercetta subito e l’oggetto finisce in lavorazione, è impossibile ritrovarlo nella montagna in cui finisce”. Ecco, parlare di montagna rende perfettamente l’idea, perché in alcuni punti del capannone coperto, in certe fasi della lavorazione, i cumuli transitori di rifiuti raggiungono una ragguardevole altezza.
Sorte segnata anche per migliaia di computer, smantellati nelle memorie, hard disk che “muoiono“ con tutto il loro patrimonio di dati sensibili. Un’infinità di oggetti che tramutati in rifiuti – conclude Saronni – “hanno un’anima nella misura in cui vengono riciclati trasformandosi o in materia o in energia”. Il detto, “nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma” trova qui il suo senso più compiuto.
DONATELLA TIRABOSCHI

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