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Pianura digitale Cuore pulsante dell’innovazione

CONOSCERE IL TERRITORIO – L’analisi dei dati elaborati da Intwig sulla trasformazione digitale in Italia e nel territorio della Lombardia, sul quale si muove la rete imprenditoriale di Pianura Network, mostrano un segno positivo. Nei quattro motori d’Europa siamo considerati “innovatori forti”. Rimane ancora un gap da colmare con le realtà imprenditoriali più piccole che faticano sul fronte della competenza e della capacità finanziaria. Nel territorio di Pianura Network sono 6.000 le aziende che si occupano esclusivamente del digitale

+ 15,5% di investimenti

Le tecnologie digitali hanno pervaso quasi tutte le sfere della vita delle persone e dei settori economici. Hanno trasformato i modelli di business, i posti di lavoro e la produzione, stimolando la crescita e l’innovazione. Tra i settori che stanno vivendo con più intensità
questo cambiamento ci sono il manifatturiero, i servizi finanziari, la sanità, la pubblica amministrazione e il commercio elettronico. La pandemia, poi, ha velocizzato ulteriormente la trasformazione digitale, evidenziandone il potenziale per la società e l’economia: sostenere l’occupazione, la salute e l’istruzione, migliorare la tenuta economica delle imprese e contribuire alla sostenibilità.
Secondo l’ultimo Rapporto Lombardia, gli investimenti nella nostra regione segnano un +15,5%, con un significativo contributo degli investimenti in tecnologie digitali avanzate. Il ruolo della digitalizzazione si rivela quindi cruciale in una regione sempre più competitiva
su scala globale.
Piano Nazionale Industria 4.0: IoT, robotica e Intelligenza Artificiale in diversi settori industriali
La digitalizzazione sul territorio lombardo mostra ancora un preoccupante digital divide tra le imprese di minori dimensioni. Le piccole aziende – segnala il Rapporto Lombardia – “soffrono di scarsa consapevolezza e capacità finanziaria per realizzare gli investimenti nelle tecnologie più avanzate”.
La Lombardia – e quindi la Pianura lombarda – si conferma a livello europeo la regione con un eccellente posizionamento nel settore dell’innovazione. Siamo considerati “innovatori forti” rispetto ai quattro motori regionali d’Europa, mentre la regione di Stoccarda (parte del Baden-Württemberg) è arretrata a “leader”, l’Auvergne Rhône-Alpes è classificata “forte” e la Cataluña “moderato+”. Se poi prendiamo in considerazione il parametro che riguarda la digitalizzazione, possiamo notare come la Lombardia conti più di 21mila aziende sul suo territorio (circa il 24% del totale), mentre la zona di Pianura Network (Bergamo, Brescia, Cremona, Mantova, Lodi e Pavia) ospiti più di 6.000 imprese digitali. Il quadro è quindi positivo ed è destinato a migliorare con le grandi aziende che fanno da traino per le piccole.
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2030: l’Europa ha fissato degli obiettivi comuni a tutti gli stati membri, che dovrebbero contribuire in maniera sostanziale al processo di sviluppo digitale
In questo contesto di digitalizzazione e innovazione, l’Europa ha fissato degli obiettivi comuni a tutti gli stati membri che dovrebbero contribuire in maniera sostanziale a questo processo di sviluppo. Nel nostro Paese, è in corso una transizione digitale che mira a promuovere l’adozione di strumenti tecnologici in diversi settori dell’economia e della società. Grazie a questi investimenti nel settore, l’obiettivo finale è quello di migliorare l’efficienza, l’innovazione e la competitività del paese.
Come noto, in Italia questo processo ha ricevuto un grande impulso con il Piano Nazionale Industria 4.0, lanciato dal governo nel 2016. Questo piano, infatti, ha l’obiettivo di promuovere l’adozione di tecnologie avanzate come l’IoT, la robotica e l’Intelligenza Artificiale in diversi settori industriali, tra cui manifatturiero, energia, trasporti e agricoltura. In parallelo a questo progetto, il nostro Paese ha sviluppato anche una strategia nazionale per la digitalizzazione del settore pubblico, con l’obiettivo di migliorare la qualità dei servizi e rendere l’interazione con l’amministrazione pubblica più efficiente e user-friendly. Sebbene l’Italia stia profondamente cambiando, ci sono ancora alcune sfide da affrontare per far progredire la transizione digitale, completando i piani nazionali e migliorando le competenze digitali della popolazione.
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L’Italia accelera più di tutti gli altri paesi europei nel processo di digitalizzazione
Dal 2014 la Commissione Europea monitora i progressi compiuti dagli Stati membri nel settore digitale e pubblica relazioni annuali sull’Indice di Digitalizzazione dell’Economia e della Società (DESI). L’indice tiene conto di diversi fattori, come l’accesso alla banda larga, la connettività mobile, l’uso di internet, le competenze digitali della popolazione, l’integrazione delle tecnologie digitali nelle imprese e la digitalizzazione dei servizi pubblici. Secondo l’ultima edizione, pubblicata nel 2022, l’Italia si trova al 18° posto su 27 paesi dell’UE, con un punteggio di 49,3 (3 punti sotto la media europea).
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Seppure il risultato non restituisca uno scenario positivo, va sottolineato come il nostro Paese stia progressivamente recuperando posizioni (nel 2020 era al 25°posto) e ci si aspetta un’ulteriore accelerazione dovuta ai fondi previsti dal PNRR proprio per la digitalizzazione dei paesi UE.
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Quali sono i trend del nostro paese? Se come detto il nostro punteggio complessivo è infatti sotto la media europea, abbiamo invece valutazioni positive per quanto riguarda la connettività e l’integrazione delle tecnologie digitali, mentre siamo decisamente sotto la media
per i servizi pubblici digitali e soprattutto per quanto concerne il capitale umano (25° posto con un punteggio medio di 36,6 contro una media europea di 45,7).
Il nostro paese appare decisamente sotto la media su tutti gli aspetti sia in termini di competenze individuali che di competenze presenti/fornite dalle aziende.
Ad esempio, solo il 46% dei nostri concittadini ha le competenze digitali di base, contro il 54% a livello europeo. Sul recupero di questo gap si gioca gran parte dello sviluppo dei prossimi anni.
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Imprese e digitale: un rapporto in profonda evoluzione
La trasformazione digitale interessa l’intero settore produttivo italiano ed europeo. Per valutare il comportamento digitale delle imprese, l’Unione Europea considera 12 caratteristiche, che vanno a definire il Digital Intensity Index (DII), ossia un indice per identificare le aree di digitalizzazione nelle quali le imprese italiane incontrano maggiori difficoltà.

L’indicatore è composto dalle seguenti voci:
» imprese con addetti connessi >50%
» imprese che utilizzano IoT
» imprese che utilizzano l’Intelligenza Artificiale
» imprese che utilizzano ERP
» imprese con social media
» servizi cloud
» velocità di download pari ad almeno 30 Mbit/s
» imprese che utilizzano CRM
» imprese con vendite online >=1% dei ricavi
» vendite web maggiori dell’1% dei ricavi e via web B2C maggiori del 10%
» servizi cloud di livello intermedio e sofisticato
» imprese con almeno due social media
Analizzando il Digital Intensity Index, l’80% delle imprese con almeno 10 addetti si colloca ancora a un livello basso o molto basso d’adozione dell’ICT, non possedendo più di 6 requisiti tra quelli indicati in precedenza. Il restante 20% svolge invece almeno 7 delle 12 funzioni, posizionandosi su livelli alti di digitalizzazione. Questo dato pone le nostre aziende in una buona posizione rispetto ai dati dei grandi Paesi europei, ma molto ancora rimane da fare. Il punto dolente, infatti, è che le aziende italiane sono molto ben strutturate su tecnologie di basso livello, mentre sulla digitalizzazione di strumenti ad alto contenuto innovativo sono carenti o sprovviste.
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Il 60,8% delle imprese con almeno 10 addetti, infatti, ha un livello di digitalizzazione “di base” e occupa il 78,1% di addetti. Va però osservato come solo il 6,2% delle imprese ha utilizzato sistemi di Intelligenza Artificiale per almeno una delle sette finalità proposte (8% la media UE27), il 27,1% ha adottato un CRM, il 27,3% utilizza i social con buona intensità e il 32,3% utilizza un ERP.
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Il 65,3% delle imprese del Nord Ovest ha un livello base di digitalizzazione
È interessante notare come il livello di adozione delle tecnologie sia direttamente collegato alle dimensioni aziendali e come molto resti da fare alle PMI italiane ed europee. Il divario è ancora più marcato su tecnologie più complesse, come ad esempio l’adozione di un ERP (Enterprise Resource Planning). Le aziende da dieci a quarantanove addetti che utilizzano ERP, infatti, sono il 28%, mentre quelle con più di duecentocinquanta addetti sono quasi il 79%.
Uno scarto consistente, forse dovuto ad un’idea di ottimizzazione ritenuta troppo complessa per le imprese medio-piccole. Lo stesso discorso vale anche per le tecnologie dell’Intelligenza Artificiale, che mostrano le peggiori percentuali di adozione. 
A livello italiano incide molto la base territoriale di riferimento dell’azienda: il 65,3% delle imprese del Nord Ovest, infatti, ha un livello base di digitalizzazione contro il 56,9% delle imprese del sud.
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Un settore in evoluzione e con ampi spazi di crescita
Se definiamo imprese digitali quelle aziende iscritte al Registro Imprese operanti in uno dei seguenti settori di attività economica (codice Ateco): edizione di software (58.2), produzione di software (62) ed elaborazione di dati (63.1), vediamo come questo settore sia in costante crescita ed evoluzione. Nel 2012 il numero di imprese digitali in Italia era poco più di 76mila, mentre nel 2020 (ultimo dato disponibile) si è arrivati a oltre 88mila aziende operanti nel settore.
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Le aziende sul settore danno lavoro a circa 436mila persone in Italia, 144mila in Lombardia, di cui 23mila in pianura.
L’impatto di un settore strategico come quello delle tecnologie digitali appare tutto sommato circoscritto in pianura e molto spostato sull’area della provincia di Milano.
Questo aspetto a nostro avviso costituisce più un’opportunità che un vincolo. La Pianura rappresenta infatti la terza area come numero di imprese d’Italia, la prima come export e una delle più ricche come reddito pro capite: un terreno assolutamente fertile per l’innovazione
tecnologica. Sta ora alle realtà digitali del territorio proporre nuove iniziative in grado di accompagnare le aziende a raggiungere quegli obiettivi segnalati anche dagli indicatori europei.
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Direttore Responsabile
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Responsabile del progetto
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Direttore Commerciale
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Direttore Creativo
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• Andrea Cherchi

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